sabato 15 febbraio 2014

La politica dei buon cristiani

Secondo alcuni il buon cristiano dovrebbe mettere da parte la sua fede nel momento in cui entra in politica. L' ispirazione di chi aderisce ad Azione Cattolica va proprio in questo senso.

Secondo altri, non solo questo è impossibile ma nemmeno auspicabile. Comunione e Liberazione lo predica costantemente.

La laicità viene facile ai primi. Mi chiedo se ai secondi sia del tutto preclusa?

Forse no.

Certo che se il piano politico del credente consistesse nel realizzare la città celeste sulla terra, puo' dire addio ad ogni ambizione di laicità. Ma questa non è l' unica via a cui la sua fede lo richiama. Un altro progetto plausibile potrebbe essere attraente per lui: creare la "città trasparente", ovvero una città che faciliti il giudizio divino sugli uomini che la abitano.

Un piccolo passaggio teologico rende più chiaro il ragionamento che sta sotto.

Un Dio onnisciente ci ha donato la libertà per giudicarci poi alla fine dei nostri giorni. Evidentemente la sua onniscienza è limitata dalla nostra libertà visto che siamo chiamati ad affrontare una prova: in caso contrario la nostra vita - con il male che contiene - avrebbe poco senso. Poiché il mondo è il palcoscenico su cui si svolge questa prova e la politica organizza questo palcoscenico, dovremmo chiederci se non sia il caso di organizzarlo conformemente al suo scopo, ovvero di rendere trasparente la nostra opera al fine di sottoporla al giudizio divino. In questo caso l' obiettivo sarebbe quello di massimizzare lq libertà, anche quando questa libertà diventa un fardello difficile da portare, anche quando diventa appunto una prova gravosa. Obiettivi alternativi (minimizzare la povertà, minimizzare le diseguaglianze...), quand' anche fossero incompatibili con l' obiettivo principale, dovrebbero cedere il passo a quest' ultimo.

Qualcuno potrebbe pensare: un Dio onnisciente non ha bisogno di "facilitazioni" allorché giudica. Ma evidentemente non è così, altrimenti perché mai ci avrebbe reso liberi? Perché mai ci avrebbe donato questa vita così piena di malvagità se lui fosse già in grado di giudicarci senza complicare le cose attraverso dei "banchi di prova"? Questi limiti all' onniscienza - che hanno un parallelo nei limiti che la logica impone alla sua onnipotenza - sono ormai sostenuti da una solida teologia.

In conclusione, una società libera è una società laica, tuttavia la si puo' costruire anche nel nome di una fede religiosa.